Per una strana coincidenza, che a ben considerare forse così strana non è, l’inizio della Fase 3 coincide con la fine dell’anno scolastico e con la sessione di laurea estiva.
La ri-partenza con la quale tutti, più o meno agevolmente, stiamo facendo i conti rappresenta per molti ragazzi che si stanno diplomando e per i giovani neo-laureati il momento della partenza.
Per la gran parte di loro è arrivato il tempo di entrare nel mondo del lavoro. Ma quale mondo del lavoro?
Hanno iniziato l’ultimo anno scolastico e accademico con un sistema di riferimento in rapido cambiamento ma ancora decifrabile sulla base di criteri noti e consolidati. Chiudono il ciclo di vita dedicato alla formazione e allo studio giusto in tempo per prendere atto che quel sistema ha subito uno stravolgimento radicale.
Lavoriamo da remoto, il distanziamento ha imposto una ri-organizzazione di processi e procedure, sono nate nuove professioni, altre si sono trasformate, altre ancora non ci sono più.
Quali competenze serviranno per affrontare e per inserirsi in questo mutato panorama? Quali le chiavi di lettura? Servirà attivare modalità alternative di ricerca del lavoro? Serviranno nuove conoscenze?
Siamo talmente immersi nel flusso che ancora dobbiamo osservare, analizzare e comprendere.
Quello che possiamo ipotizzare è che in questo contesto in evoluzione, oggi più che mai, forse si apre uno spazio fertile perché loro possano immaginare nuovi scenari e portare l’energia necessaria a realizzarli. Che si apra uno spazio ancora più ampio per la creatività e la sua carica generativa.
Che i giovani siano il motore del futuro, è un proclama che ogni epoca sbandiera (lo ha fatto anche il Presidente Sergio Mattarella il 13 giugno scorso). Oggi, più di sempre, se il motore non gira, il futuro arriverà lo stesso ma il cammino dell’uomo stenterà a dispiegarsi in esso.
Ma questo tempo pone in egual misura una sfida anche agli adulti che si trovano obbligati a ripensare un lavoro e un percorso professionale.
Ciò che accomuna giovani e adulti è la necessità di trovare il coraggio di assumersi la responsabilità di disegnare il proprio futuro.
Le indicazioni che possiamo rivolgere loro, con ogni probabilità, rimangono, al di là della specificità dell’adesso, le stesse di sempre perché ogni momento di svolta e di evoluzione (che sia la prima volta o l’ennesima) richiede -prima di tutto- di guardare nel profondo di sé per comprendere cosa realmente si desira e attingere alle proprie risorse.
Si tratta di assecondare il proprio cambiamento e di sostenerlo ponendosi degli obiettivi, definendo una strategia e compiendo le scelte più adatte a trovare coerenza e autenticità.
Segue l’invito a conoscere se stessi e a sognare in grande; a seguire, con determinazione e perseveranza, le propri passioni con la certezza che nella vita tutto ha un senso e torna utile.
Ancora, l’incoraggiamento a non accontentarsi mai finché non si trova quello che si cerca (lo “stay hungry, stay foolish” del commencement speech di Steve Jobs ai neo laureati di Stanford del 2005).
Da ultimo, ma non ultimo, il consiglio di vivere in pienezza l’unica vita che ci è data.
Ci potrebbe essere dell’altro, mi sentirei di aggiungere.
Per esempio, di affrontare l’atavica paura di sbagliare che attanaglia davanti ad ogni scelta e di superarla considerando le inevitabili esperienze di fallimento come occasioni preziose per imparare dai propri errori, maturare consapevolezza di sé e delle proprie risorse (“Elogio del fallimento”, F. Corrado).
Per conquistare la libertà di abbandonare una strada che non è la nostra e investire i propri sforzi verso ciò che realmente ci interessa e ci appartiene.
Soprattutto, di assumersi la responsabilità di cambiare se stessi e, conseguentemente, il mondo che ci circonda, perché ciascuno può fare la differenza.
Forse l’esortazione più importante potrebbe essere proprio quella di muovere il primo passo e sentirsi uomini e donne costantemente in cammino, ricordando ciò che scrisse Martin Buber (Il cammino dell’uomo, 1990): “È compito di ogni uomo conoscere bene verso quale cammino lo attrae il proprio cuore e poi scegliere quello con tutte le forze”.
Enrica Savoia
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